La prima versione italiana di un classico dell'ottocento argentino

27.10.2018 10:01

Sin Rumbo di Eugenio Cambaceres (1843 - 1888)

 

Sin rumbo (1885), titolo del terzo romanzo di Eigenio Cambaceres, è un classico della letteratura argentina di fine ottocento. L'autore appartiene alla Generazione degli anni '80, gruppo di artisti che sul finire dell'ottocento gettano le basi culturali della nuova nazione e vivono in presa diretta il cambiamento epocale introdotto dalla migrazione. Cambaceres, uno dei primi romanzieri a riproporre il naturalismo nella letteratura argentina, ne fornisce un'interpretazione originale, perché il testo letterario diventa per lui “un estudio de la naturaleza humana, (..) un carácter, un alma y (..) hasta los últimos repliegues” a cui aggiunge anche la presenza del contesto sociopolitico, che intende tratteggiare attraverso pennellate veloci ma efficaci.

 

Per sensibilità e interessi, il romanziere argentino supera gli angusti limiti di un'estetica prettamente naturalistica e percorre vie espressive rivolte verso una prosa in cui le modalità espressive e i temi finiscono per coincidere con l'estetica del decadentismo.

 

Avvocato e politico, Cambaceres arriva alla creazione letteraria in età adulta, con la maturità di chi è prima passato dalla politica e diplomazia e sente l'urgenza di riproporre nelle sue pagine le convinzioni che animarono la sua attività pubblica. Ma una morte prematura chiude la sua carriera letteraria repentinamente. Dei quattro romanzi pubblicati, Sin rumbo è stato acclamato come l'opera emblematica della sua produzione letteraria.

 

La versione in italiano di Sin Rumbo è ineccepibile. Riesce a rendere in modo chiaro la cura per l'espressione coltivata da Cambaceres anche attraverso la conoscenza delle lingue e della letteratura europea, in particolare francese (paese di origine del padre, come palesa il suo cognome). La vicenda si snoda tra le praterie, regno della natura con le sue forze primigenie, e la città, luogo del raffinamento e della perdizione. La scena iniziale, ambientata proprio nelle Pampas, tra gauchos e bestiame da portare al mercato, rende in modo conciso e icastico il rigore di quella vita. Cambaceres è riuscito nella sua opera di mediazione tra i riti caratteristici della cultura gauchesca e il gusto di un lettore non necessariamente argentino. Andrés, protagonista della vicenda, dandy annoiato che esorcizza l'appiattimento con le emozioni forti ricavate dalle sue trasgressioni, viene tratteggiato in termini crudi e spietati nei primi capitoli. La sua condotta in città e in campagna risponde sempre ad un unico criterio: agire secondo il dettato delle sue pulsioni, anche quando deve ingaggiare una gara per primeggiare su ogni altro uomo che si frappone lungo la strada. Un episodio pare segnare l'avvio della sua redenzione e per alcune pagine il lettore potrà illudersi di trovare un finale edificante. Cambaceres però nulla concede al buonismo e torna a cesellare le sue pagine con nuovi elementi di folclore messi al servizio di una lotta titanica. Andrés trova forse la sua redenzione, ma la quota di dolore da pagare è immane.

 

Paesaggi sublimi, superstizioni e credenze locali, personaggi inconsapevolmente epici: il romanzo trasuda di latinoamericanità anche quando il filtro utilizzato per la sua composizione si abbevera dalla cultura europea coeva.

Grosseto, 27 ottobre 2018

Contatti

sur225reloaded https://twitter.com/RAB59409210
https://twitter.com/Sur225R
https://www.instagram.com/sur225r/
https://www.youtube.com/sur225R
rabruschi@gmail.com