Accademici e ospiti ufficiali, tra ieri e oggi

05.05.2016 20:56

 

L'apertura della società locale nei confronti della cultura europea affonda le radici nel passato nazionale  e, malgrado alcuni momenti di freddezza, si rivela oggi vitale e proficuo.

 

 

Pochi mesi fa, verso la fine dell'estate australe, le attività a Buenos Aires sono tornate ai ritmi abituali, senza che sia quasi stata avvertita la consueta pausa estiva. Il nuovo governo non si è concesso troppo tempo per le ferie, mentre il succedersi incalzante delle visite ufficiali dall'estero ha confermato la nuova rotta. Le delegazioni italiane si sono distinte per il numero e la qualità della loro proposta. Non solo il premier Renzi ha voluto modulare la sua presenza su un proposito inequivocabile, volto a rinsaldare i legami, ma anche il ministro Dario Franceschini ha inteso rinnovare gli scambi nell'ambito del suo settore, col proposito di rafforzare la collaborazione tra i due paesi.

 

Queste circostanze offrono lo spunto per ripensare ad alcune iniziative che si sono già tenute in passato. Che nei precedenti anni il rapporto tra lo Stato Argentino e i paesi della Comunità Europea fosse piuttosto tiepido, è circostanza nota a tutti, eppure a ben guardare la storia degli scambi culturali, in particolare con l'Italia, affonda le radici nell'ottocento. Si trattò spesso di presenze italiane mosse da interessi spontanei o privati, come è il caso degli esuli giunti ai tempi delle lotte risorgimentali, estromessi da una politica che privilegiava il modello monarchico. Ci furono più tardi anche alcuni esponenti del socialismo, professori universitari o uomini di partito, che attratti dalla società locale dinamica e aperta, favoriti anche dalle nuove rotte atlantiche su piroscafi ogni volta più moderni, pensarono di arrivare in Argentina per incontrare intellettuali di orientamento affine e sostenere la diffusione delle loro proposte politiche. Molto importante infine fu la presenza quasi costante di docenti italiani esperti in giurisprudenza, medicina, discipline umanistiche e scientifiche negli atenei argentini, basti pensare al caso di Renato Treves il quale – dopo essere giunto a Tucuman per sfuggire alle persecuzioni razziali – avviò la sua riflessione sociologica proprio negli anni dell'esilio.

 

In parte, è possibile ripercorrere ora i momenti salienti di alcuni contatti culturali grazie ad una raccolta di saggi, Visitas culturales en la Argentina 1898 - 1936, compilata da Paula Bruno e stampata nel 2014. La studiosa, che da quest'anno è stata nominata direttrice del Dipartimento di Storia dell’Università Torquato Di Tella di Buenos Aires, vanta un’intensa attività come ricercatrice, avviata dopo aver ottenuto il dottorato  presso l’UBA.Visitas culturales en la Argentina raccoglie diversi profili di illustri ospiti, redatti da ricercatori del CONICET, da professori universitari a Londra, Madrid o Buenos Aires. Ne deriva un quadro assai composito, dove a dir il vero il contributo italiano non vede rispecchiati i nomi che maggiormente collaborarono a vivacizzare il dialogo tra le due nazioni. Questo elemento mette in luce una carenza avvertita con maggior evidenza in tempi recenti. Sono purtroppo ancora pochi i ricercatori argentini che si appassionano alle tematiche italiane, forse continua a gravare il pregiudizio o la leggerezza di chi crede che il solo fatto di appartenere per legame familiare alla società italiana consenta di conoscere il passato e le tradizioni. Al contrario, è forte l'urgenza per recuperare certi momenti fondanti della cultura locale che passano anche attraverso il travaso degli stimoli provenienti dall'Italia, come alcuni ricercatori italiani hanno iniziato a documentare. Sarebbe inoltre auspicabile che venisse potenziata la collaborazione con istituzioni argentine, nel quadro di accordi interuniversitari ogni volta più ambiziosi. Altrettanto resta auspicabile che sulla scia di quanto presentato da Paula Bruno si possa trovare nuovo spazio per l'indagine e lo studio di altre visite culturali giunte al Rio de la Plata, in modo da rendere onore alle presenze italiane più brillanti (si pensi solo a Maria Montessori, giunta qui negli anni venti) che furono accolte e misero le loro capacità al servizio della cultura in Argentina.

 

Con ciò non si vuole sminuire il valore della compilazione edita da Biblios, al contrario. Mentre sui banconi delle novità editoriali continuano a fioccare libri dedicati a setacciare la società attuale, proponendo a volte pagine senza documentazione di pregio né interpretazioni ponderate, la raccolta di saggi coordinata da Paula Bruno schiera una serie di ospiti straordinari, dal filosofo Ortega y Gasset – di cui proprio quest’anno ricorrono i cento anni dalla sua prima visita in Argentina – all’architetto Le Corbousier, supportando la ricostruzione storica su un’ampia e ricca documentazione. Scorrono tra queste  pagine precisi momenti di queste visite, che emergono con vivacità nella ricostruzione storica, affiancati da  illuminanti valutazioni sugli effetti indotti nel contesto locale.

 

Infine, non può venir taciuto uno dei pregi fondamentali dell'opera che accosta personalità eterogenee sia per ambito di specializzazione che per provenienza geografica. Dall'anarchismo dell’italiano Pietro Gori alla scientificità del tedesco  Albert Einstein, l'elenco degli ospiti arrivati in Argentina per tenere conferenze è nutrito, ne deriva una visione d'insieme che sebbene selettiva mette in luce tuttavia la comune matrice europea. Uniche eccezioni sono Waldo Frank e Tagore, le cui presenze tuttavia non spezzano la netta  preponderanza europea. Rendere disponibile nelle principali librerie il frutto di questi studi è sempre l'epilogo doveroso e gradito di ogni ricerca.

 

 

Visitas culturales en la Argentina 1898 – 1936, Editorial Biblos Buenos Aires 1914.

 

"Tribuna Italiana", n. 1576 del 5 maggio 2016.

 

 

Contatti

sur225reloaded https://twitter.com/RAB59409210
https://twitter.com/Sur225R
https://www.instagram.com/sur225r/
https://www.youtube.com/sur225R
rabruschi@gmail.com