Antes del amanecer di Néstor Tirri

07.04.2016 12:05

 

Nel suo quarto romanzo, Nestor Tirri racconta la storia dei tanti legami, familiari, amicali e culturali, mai scissi del tutto.

 

Avrebbe volentieri firmato la recensione del film, se qualche regista l'avesse girato. Invece Néstor Tirri ora ci regala una storia intima, sotto forma di romanzo, dal titolo Antes del amanecer, pubblicato da Paradiso Ediciones a Buenos Aires nel 2015 e inserito nell'elenco delle dieci opere finaliste per il Premio Internacional de Novela Emecé nel 2011. L'autore, già presente nella narrativa con altri tre titoli, mette a nudo tutto se stesso. Attraverso il suo vissuto, romanzato e filtrato dalle sue esperienze letterarie e artistiche, trapela il classico conflitto non risolto che in qualche momento dell'esistenza affronta chi si muove nel magmatico ambito della cultura in Argentina e che nel caso dei figli di italiani si arricchisce di un'ulteriore sfumatura. Ogni figlio gringo con passione per le belle lettere e domicilio in questo Stato del Cono Sur sa bene di doversi porre una domanda vitale e cruciale: come vivere del proprio talento, in altri termini, come fare dell'interesse culturale una professione in grado di garantire una vita decorosa e attiva, a prescindere dal governo di turno? A ciò si aggiunge l'altro dilemma: come mantenere vivo il canale con l'Italia, per continuare coltivare la cultura della sua terra d'origine?

 

Su questa seconda incognita, Tirri propone solo qualche breve pagina, tutto il testo è infatti incentrato sulla prima grande e decisiva domanda. Fernando Giusti, il protagonista del romanzo, scivola leggero lungo gli anni della sua vita quale ballerino di una coreografia in fieri, inseguendo i suoi sogni, tanto concentrato sulla meta da voltarsi indietro poche volte e con poca convinzione, finché una telefonata lo riporta alla sua Bahia Blanca natale, dove una madre anziana ma indipendente e autonoma è prossima alla morte. Per chi conosce il meglio della produzione cinematografica sin dalle origini, la lettura di queste pagine contiene anche l'attrattivo di una sfida. Quale citazione si nasconde dietro l'intero impianto del romanzo o nelle singole sequenze narrative? Il gioco può appassionare più di un lettore e diventare infinito, perché ormai la nostra sensibilità è impregnata di scene osservate sul grande o piccolo schermo. Tali rimandi vanno però valutati con cautela, spesso le scene sono state assimilate inconsapevolmente o le analogie si generano piuttosto per casuale coincidenza e non per deliberata volontà. Come chiarì in un'occasione il regista Gabriele Salvatores, durante la presentazione di Quo vadis, baby? Interpellato a proposito di una scena che richiamava il noto Cristo morto di Mantegna, rispose “Ce ne siamo accorti dopo, non è stato un effetto voluto ma lo spettatore è libero di ritrovare quanto la sua sensibilità gli indica”, un po' deluso dal fatto che il pubblico italiano non avesse colto i richiami alla pittura americana inseriti di proposito.

 

Quali possano essere i richiami cui consapevolmente Tirri abbia pensato, non è questione semplice da affrontare, anche perché esulano dal mondo del cinema. Ad esempio, lo stesso nome del protagonista pare alludere a Roberto Giusti, letterato e accademico argentino di inizi novecento, sebbene il percorso di quest'ultimo sia ben diverso. Le piste sono sparse capitolo dopo capitolo, qui e là fanno capolino alcuni classici della letteratura. Probabilmente l'elenco delle citazioni risulta lungo e denso, eppure viene spontaneo chiedersi se non vi sia un certo richiamo al film I Ponti di Madison County, indimenticabile capolavoro di Clint Eastwood, oppure all'opera di Richard Linklater del 1995, cui il titolo del romanzo allude. Gioco ozioso e certo non necessario per apprezzare il romanzo, che si legge d'un soffio perché ricco di colpi di scena e rivelazioni inattese. Tirri porta il lettore a ricostruire poco per volta il personaggio, mentre quest'ultimo recupera il passato recente, con tutti i suoi contrasti e dilemmi, rivisti senza autoinganni né illusioni, in un pellegrinare continuo dove procedere verso avanti comporta sempre rivolgere gli occhi ad un vissuto che solo in età adulta chiarisce i propri contorni.

 

Antes del amanecer, Paradiso Ediciones, Buenos Aires 2015.

 

 

Renata Adriana Bruschi

 

"Tribuna Italiana"n 1574 del 6 aprile 2016

 

 

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