Cronaca di successo annunciato: Camilo Sánchez in Italia
Camilo Sánchez è rientrato da poche settimane a Buenos Aires, ma l'entusiasmo per l'esperienza vissuta a maggio in Italia trapela ancora dalle sue parole. Cesena, Torino e Palermo sono state le tappe del suo tour letterario. La promozione del suo primo romanzo La vedova di Van Gogh lo ha riportato in un paese e in una società a lui nota. Inviato dal giornale “Clarín”, anni fa intervistò Benetton, girò anche per le strade della città eterna alla ricerca di nuovi scorci da descrivere in un altro articolo.
Questa volta, però, la prospettiva risulta capovolta. Lui stesso si è ritrovato al centro di un'attenzione che in parte poteva sospettare quando il suo editore italiano, Marcos y Marcos, gli ha comunicato il programma. La serie di presentazioni inizia nella dolce Cesena, località della riviera romagnola che nei primi giorni della stagione estiva attira già i primi villeggianti ed ospita un'iniziativa originale per la quale Sánchez è stato l'unico scrittore straniero. “La bellezza delle parole” è il nome del Festival letterario ideato da Emiliano Visconti, giunto alla sua quarta edizione. Specializzato nel coniugare musica e poesia, cinema e storia, questo appuntamento ha permesso a Sánchez di immergersi nell'atmosfera elettrizzante dei festival artistici italiani e di entrare in contatto con esponenti dell'ambiente letterario. Integravano l'elenco degli ospiti Valerio Magrelli che ha letto le sue poesie, Ermanno Cavazzoni nelle vesti di regista del corto “Vacanza al mare” e Giovanni Montanaro, giovane voce della narrativa poliziesca.
Claudia Tarolo, editor di Marcos e Marcos, l'ha poi accolto a Torino e ha curato i contatti dello scrittore argentino con la stampa italiana insieme alla traduttrice, Francesca Conte. Sánchez ricorda con simpatia l'intenso scambio di mail con lei, che prima ancora di mettersi al lavoro si è documentata scrupolosamente sull'epoca e ha approfondito le biografie dei due fratelli Van Gogh e della moglie di Théo, a conferma della novità di approccio che lo scrittore argentino propone nel suo romanzo. Conte si è pure presa la briga di sviscerare alcuni giri tipici dello spagnolo, consultando Sánchez per risolvere le sfide più complesse. “Ogni nuovo libro va accompagnato durante il suo lancio, come succede anche nell'arte con le opere dei pittori, questo è appunto il tema di fondo della storia che ho scritto. Il mio romanzo prende in esame l'influsso esercitato dalla moglie di Théo Van Gogh nel far conoscere e apprezzare le opere del cognato.”
La vicenda della fama raggiunta da Vincent Van Gogh dopo la sua morte ha incuriosito Sánchez sin da adolescente. “Ho lavorato tra il 2002 e il 2008 su quest'opera e mi sono documentato. Ai tempi ero critico teatrale per Clarín, viaggiavo a New York per lavoro e avevo deciso di riprendere in mano Le lettere a Theo, in una nuova edizione. Da adulto mi sono domandato come mai un pittore, che in vita riesce a vendere solo qualche tela, a pochi anni dalla sua morte diviene così noto. Mi imbatto quindi nella personalità di Johanna, moglie di Théo, che rimasta vedova e madre di un neonato decide di raccogliere tutte le opere in un unico spazio da lei adattato a galleria d'arte. Ho voluto quindi costruire la vicenda attorno a questa donna straordinaria, una delle prime femministe olandesi che solo in tempi recenti riemerge dall'oblio. Johanna riesce a compire questo incredibile lavoro di promozione solo perché alla morte del marito prende in mano le lettere che i due fratelli si sono scambiati e scopre la genialità del cognato.”
Osservando la società e l'ambiente italiano durante gli undici giorni del suo soggiorno, Sánchez non esita a confermare l'incredibile vitalità che la cultura italiana continua a manifestare, pur nella crisi strisciante. “L'italiano ha uno spirito molto speciale, mette passione in ogni cosa che fa. Ciò che mi colpisce è anche la peculiarità della lingua italiana. A differenza di altre lingue, che per ragioni storiche si sono diffuse sui territori una volta dominati da europei, nel caso dell'italiano la situazione è diversa. La lingua italiana viene conosciuta per il fascino culturale che esercita, al tempo stesso i lettori italiani si mostrano interessati alla narrativa di altri paesi. Oggi in Italia l'editore Sur propone opere di Macedonio Fernandez, Ricardo Piglia e di altri argentini che a volte neanche si trovano nelle nostre librerie.”
Pochi scrittori argentini, un esigua schiera in verità, riescono a proporre storie al di fuori dei soliti schemi. Sánchez ha infatti imbastito la vicenda presentata in La vedova di Van Gogh senza le consuete e tristi vicende legate alle persecuzioni politiche di qualche decennio fa, né le giravolte al ritmo malinconico del tango, né tanto meno i miti calcistici. Mancano anche concessioni alla migrazione o i riferimenti al Cardinale Bergoglio. Il libro non contiene nessuno degli abituali temi che il pubblico italiano associa alla cultura argentina, eppure è pervaso di argentinità. Sánchez affronta la ricostruzione di alcuni momenti legati alla fama del genio artistico olandese con tecniche quasi archeologiche. Il suo lavoro di scavo e ricerca attorno alla fin troppo conosciuta vicenda dei due fratelli Van Gogh riesce perciò a gettare nuova luce su fatti poco noti che stuzzicano la curiosità del pubblico internazionale. Sánchez è infatti rimasto colpito dalle parole di una lettrice siciliana, durante l'ultima tappa a Palermo, nella libreria Modusvivendi. Una lettrice ha fatto notare che forse solo ora i tempi sono maturi perché si possa accettare che dietro alla rivalutazione del talento artistico di Vincent Van Gogh ci sia proprio una donna, tenace e sensibile, vedova e madre. Il percorso nella memoria, ricreato con l'espediente di un diario fittizio ma plasmato sugli spunti offerti dal carteggio reale, ha definitivamente conquistato un posto nel cuore dei lettori internazionali che ne hanno fatto un successo di vendite inatteso.
Buenos Aires, 4 de junio del 2017
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