Davide Rondoni a Buenos Aires

13.04.2015 21:27

 

Negli ultimi mesi, la città di Buenos Aires torna ad incuriosire gli scrittori italiani. In quanto meta turistica, il suo fascino non è mai venuto meno, rinnovato invece appare l'interesse di chi si è trovato a soggiornare ultimamente nella capitale argentina con il proposito di entrare in contatto con l'ambiente culturale locale.

 

Tra queste recenti visite, quella di Davide Rondoni, poeta, saggista e uno dei creatori del Centro di poesia contemporanea a Bologna, si è tinta di sfumature particolari. Dopo aver trascorso una settimana in città e poco prima di ripartire per l'Italia, ha rilasciato una breve intervista. A Buenos Aires e nell'analoga tappa a San Paolo in Brasile, Rondoni ha incontrato giovani poeti con il proposito di rilanciare il dialogo culturale. Traccia ora un bilancio positivo del suo viaggio: Ho visitato Latinoamerica molte volte, ma non ero mai stato a Buenos Aires. E ho conosciuto belle persone, visto posti che commuovono. Trovato occhi che guardano il mondo con profondità e vita...”

 

Il Brasile e il Venezuela sono state sino al presente le mete più frequentate, proprio a Caracas l'Editore Monte Avila ha proposto nel 2008 El Bar del tiempo, prima traduzione allo spagnolo di una sua opera. Viene quindi spontaneo chiedergli quali analogie e differenze riscontra tra la società latinoamericana e quella italiana. “I popoli, le persone sono per fortuna così diversi... Un senso del tempo diverso, una gentilezza che fluttua in un che di malinconico e indefinito e sacro, una certa intelligenza delle sfumature più sfuggenti dell'anima...” In quanto alle possibili collaborazioni, dichiara che “Il dialogo culturale tra Italia e i paesi latinoamericani è una grande risorsa, ma mi sembra che ci sia un po' di pigrizia. Dopo la fase degli anni settanta, gli editori italiani non hanno più voluto sapere nulla della letteratura latinoamericana. Per quanto riguarda la poesia, mancano le traduzioni sia in un verso che nell'altro. Penso che ci siano vari fattori che abbiano influito, da un lato una classe di docenti universitari che si è formata in un certo ambiente e fa fatica a rinnovarsi. In secondo luogo, ci sono tutti i difetti del mondo editoriale italiano e non solo, che pensa al libro più come prodotto che come opera di creazione artistica. Grandi autori della poesia novecentesca italiana non sono disponibili in spagnolo, e viceversa. Infine in Italia manca la politica editoriale, si tengono convegni ma non si pensa alla pubblicazione di autori contemporanei.”

 

La questione della varianti di castigliano usate nel subcontinente è forse una caratteristica sottovalutata da alcuni editori stranieri che pensano di vendere i diritti per i paesi di quest'area convinti di raggiungere la totalità dei lettori ispanofoni. “Le mie poesie tradotte in Venezuela, già qui non vanno tanto bene. Lo spagnolo non è lo stesso, ci vuole molto orecchio. La varietà delle lingue è un problema ma è anche una ricchezza. Noi italiani siamo pieni di dialetti e di inflessioni, siamo abituati alla diversità linguistica.”

 

Nel corso di una piacevole giornata di fine marzo, la conversazione tra Davide Rondoni e un gruppo di artisti e scrittori argentini scorre veloce e stimolante. Su tutti i punti toccati, prevale l'incoraggiamento a percorrere la difficile strada della creazione letteraria. Emulazione e sperimentazione sono le due chiavi del fare artistico, che Rondoni sottolinea ripetutamente. Lui stesso giovanissimo fu apprezzato da Giorgio Caproni e Mario Luzi, le sue poesie capitarono nelle mani giuste e furono editate. Non è un caso che sia uno dei fondatori del Centro di Poesia Contemporanea, afferente all'Università di Bologna. Il Centro è sorto con il proposito di incrementare la documentazione e favorire o scambio tra docenti, studiosi e studenti di Atenei italiani e stranieri. Al momento dei saluti, non manca la domanda di rito. Cosa ha messo in valigia?

Faremo una pubblicazione su un annuario di poesia che pubblicheremo in Italia. Dai contatti avuti qui, con poeti e traduttori, constato che c'è vivacità nel settore della poesia argentina, ho pure incontrato alcuni docenti dell'Università cattolica e di altri atenei. Porto in valigia diverse pubblicazioni locali recenti.”

 

Tribuna Italiana - 13/04/2015

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