Giorgio Bassani e i suoi lettori argentini

21.08.2016 22:17

 

Il mondo letterario argentino conserva un raro primato nei confronti di Giorgio Bassani. La prima versione allo spagnolo di un suo testo narrativo è frutto di una scelta editoriale compiuta a Buenos Aires da Victoria Ocampo. Nel 1960 infatti Roberto Bixio tradusse Gli occhiali d'oro, che fu pubblicato dall'Editorial Sur a scarsi due anni di distanza dalla prima edizione italiana. Il romanziere italiano aveva al suo attivo già una serie di racconti, che erano riusciti a conquistarsi il plauso dei lettori e ricevettero il prestigioso premio Strega. Cinque storie ferraresi, con i loro personaggi inconfondibili e delineati compassionevolmente, lanciano Bassani verso una notorietà che sino poco prima era rimasta circoscritta all'ambiente letterario. Dopo quel primo riconoscimento, seguirono altri successi fino alla pubblicazione del suo romanzo più noto, Il giardino dei Finzi-Contini, apparso nel 1962. Vittorio De Sica ne trasse un indimenticabile film, in cui il ruolo di Micol venne affidato a Dominique Sanda. I personaggi creati da Bassani entrarono nei cuori degli spettatori argentini ma paradossalmente, proprio all'autore della storia, la trasposizione cinematografica risultò poco convincente.

 

I giornali di Buenos Aires si occuparono delle sue opere ed alcuni importanti critici espressero giudizi lusinghieri. Renata Donghi Halperin, titolare di Letteratura Italiana a Cordoba e critica letteraria, scrisse un lungo articolo che “La Prensa” pubblicò nel 1963. Donghi coglieva nel segno quando confrontava lo stile creativo del narratore ferrarese con l'arte dei cesellatori. L'elaborazione dei racconti è frutto di un continuo lavoro di revisione formale tanto che oggi quando si rilegge la prima delle storie ferraresi, Lida Mantovani, non si può che ammirare l'estrema precisione e rigore della prosa bassaniana. Nessun elemento stona in quella narrazione che scorre cristallina mentre il lettore sprofonda in una dimensione tutta intima della città emiliana, con gli abitanti intenti alle loro occupazioni quotidiane. Anche Horacio Armani ebbe la possibilità di frequentarlo durante il suo soggiorno romano e lo presentò ai lettori di “La Nacion” a inizio degli anni settanta. A distanza di alcuni anni, Bassani arriva in Argentina come ospite d'onore al Salone del Libro. La cronaca di quell'incontro è conservata tra le pagine della “Tribuna Italiana” pubblicata ad aprile del 1983. “Il giardino tradito” è il testo del suo discorso dove Bassani ancora una volta denuncia la mancanza di fedeltà allo spirito e alle intenzioni del suo romanzo. Una polemica che nulla toglie alla qualità delle sue narrazioni, apprezzata da Maria Esther Vazquez, Federico Peltzer, Hugo Beccacece.

 

Ma la personalità dello scrittore emiliano fu assai complessa, come posso esserlo le personalità irrequiete. Nei suoi primi anni romani, fu segretario di redazione della rivista “Botteghe oscure” diretta da Marguerite Caetani, in seguito collaborò con l'editore Feltrinelli. Sua è la scelta coraggiosa di stampare Il Gattopardo, di Tomasi di Lampedusa, dopo che l'opera era stata rifiutata da altri editori. La passione per il teatro lo avvicinò alla cultura spagnola e gli procurò diverse soddisfazioni.

 

Buenos Aires si prepara a celebrare la sua figura. Lunedì 12 settembre, dalle ore 15:30 nel Museo de la Lengua di Av. Las Heras, si terrà un incontro organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura e da ADILLI, Associazione di docenti e ricercatori di Lingua e Letteratura italiana. Sarà presente anche Paola Bassani Pacht, figlia dello scrittore. Dopo il benvenuto di Maria Mazza e Gustavo Artucio, sarà possibile seguire la conferenza di Daniel Capano: Constelaciones narrativas en el universo de Giorgio Bassani. Jorge Aulicino parlerà sulle Poesías di Bassani e Maria Esther Vázquez ricorderà El Bassani que conocimos. I rapporti tra Bassani e il cinema saranno sviluppati da Néstor Tirri, Escenas del film inspirado en la novela bassaniana Los Anteojos de oro de Giuliano Montaldo.

 

Dopo la proiezione del documentario “Un autore, una città: Giorgio Bassani” (RAI 1979) il pubblico potrà dialogare con Paola Bassani e Hugo Beccacece. In chiusura, Alberto Manguel proporrà una riflessione conclusiva. Tutta l'iniziativa è a ingresso libero.

 

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