Laura Pariani e Nicola Fantini

23.02.2018 06:33

 

In dialogo con Laura Pariani e Nicola Fantini

 

Un sabato pomeriggio, a gennaio, poca gente percorre le strade di Orta San Giulio. La pioggia leggera ricopre le vie e i macigni secolari sulle sponde del lago, sulla piazza principale. Le tracce di una nevicata recente ricordano che quelle vette sono le Alpi, le amate Alpi, tanto care anche a Dal Masetto. Ogni cosa invita alla riflessione e al dialogo. L'occasione diventa ancora più interessante, quando gli interlocutori sono due narratori di sottile capacità interpretativa. Le ore volano in fretta. Quanto segue è solo una breve scelta, purtroppo, dei tanti aspetti affrontati durante la lunga conversazione da cui si può concludere con assoluta certezza che nei loro cuori i destini degli italoargentini occupano un posto privilegiato.

 

La conversazione prende le mosse dalle loro attività quotidiane. Laura Pariani inizia da una dichiarazione inequivocabile, “Io non mi riesco a concepire senza il lavoro della scrittura. Nei periodo difficili, si lavora anche di più, in modo che ci sia poco tempo per crogiolarsi nelle preoccupazioni. Tutte le mattine e nel tardo pomeriggio mi dedico alla scrittura, il resto del tempo è destinato alla lettura.” Interviene Nicola Fantini per confermare “ Nell'ultimo periodo Laura ed io abbiamo iniziato un'esperienza nuova, perché scriviamo romanzi insieme. I nostri testi non sono il risultato di un'operazione meccanica, ma frutto di una elaborazione pensata insieme e diventa difficile poi distinguere chi ha scritto ogni sezione del romanzo. Viviamo nella stessa casa e il confronto è continuo, imprescindibile. Partiamo da un'idea iniziale, ne parliamo e nel momento in cui prende forma il progetto, ci diamo delle scadenze precise. Ognuno liberamente scrive la scena che ha scelto di voler presentare e alla fine si legge insieme il testo e insieme diamo dei giudizi, poi ciascuno rivede e integra il testo.” Laura conferma che il loro metodo è oramai collaudato e entrambi intendono proseguire su questa strada.

 

Quando il discorso si sposta sui romanzi da consigliare, entrambi ricorrono alla loro esperienza come organizzatori dei gruppi di lettura che gestiscono a Orta e a Busto Arsizio. Tra i vari romanzi analizzati, i partecipanti hanno affrontato recentemente l'analisi di Kamchatka, il romanzo di Marcelo Figueras che mette in luce una situazione ricorrente, quella di chi si trova investito da episodi significativi per la storia di una società senza averne piena consapevolezza. Pariani ricorda inoltre l'importanza della rilettura di autori classici, sia per gli scrittori sia per i semplici lettori, soprattutto in un contesto editoriale che offre poche novità degne di nota. Lo scrittore, ricorda Pariani, deve leggere molto. Da certi libri, dalla bella letteratura, si può imparare molto. “Intendo dare agli altri la possibilità di vedere cosa trovo nei libri dopo una rilettura condotta oggi, giudicando la struttura, i personaggi e ogni elemento dal punto di vista della scrittrice. Spiego le ragioni che portano un autore ad adottare un determinato punto di vista, a compiere certe scelte linguistiche, a creare la struttura o presentare il personaggio in un modo determinato” completa Pariani.

 

E cosa dire del nostro presente? Quali sono gli autori italiani che ci consigliano di seguire? Alcune riflessioni di Nicola Fantini presentano un quadro poco incoraggiante e riguardano in particolare il contesto attuale. “Sono implicati molti fattori, dalla politica editoriale a quella distributiva che sono in stretto rapporto. Un editore vuole giustamente essere visibile in libreria ma è disposto a coprire i bancali dei megastore con testi editi a prescindere dalla qualità delle opere. Di conseguenza, anche se i titoli in catalogo restano per cinque o dieci anni, risulta difficile trovarli nelle librerie perché vengono sostituiti dai nuovi titoli. Altro aspetto letale riguarda più da vicino gli scrittori soprattutto i giovani. Oggi molti scrivono e ricorrono all'auto-pubblicazione, senza che vi sia il filtro del lavoro editoriale. Ormai gli editori di certa levatura di fronte ai manoscritti che arrivano a getto continuo pensano di proporre un'edizione in ebook perché risulta più semplice inserirla nel catalogo. Una questione spinosa riguarda il rapporto degli scrittori, compreso quelli ormai affermati, con i loro agenti. Spesso gli agenti sono un passaggio importante nella creazione di un libro e ciò succede negli Stati Uniti. Invece, in Italia gli agenti e le scuole di scrittura mirano a promuovere testi che possono diventare sceneggiati televisivi. Perciò l'attenzione alla lingua viene meno.”

 

Da questa situazione così poco promettente, si possono estrapolare alcune voci attuali perché restano fuori dalle logiche meramente commerciali. Per quanto complesso risulti fare dei nomi, Pariani e Fantini si ritrovano concordi nel suggerire alcuni scrittori, quali Michele Mari, Antonio Pascale, Paola Capriolo, Marta Morazzone, Simona Vinci, Antonella Cilento, Alessandro Perissinotto. Chissà se queste indicazioni, nate dalle scelte personali di due scrittori tanto vicini al mondo culturale argentino, potranno svegliare la curiosità di qualche distributore e venir ascoltate. Se così fosse, si tornerebbe a puntare su nomi di qualità, come in tempi passati, con beneficio dei tanti italiani residenti in Argentina. Di certo, Laura Pariani e Nicola Fantini potrebbero tenere dei corsi di scrittura creativa o di rilettura dei classici, quando torneranno in Argentina, magari invitati a partecipare a qualche evento letterario o accademico. Sarebbe proprio opportuno chiedere loro di tenere un corso per gli studenti di livello avanzato, visto che ancora oggi risulta complesso portare gli studenti a superare il giro di boa del B2, inteso come livello di conoscenza di una lingua estera. Come è noto, molti studenti raggiungono agevolmente il livello di B2, ma faticano a conquistare il diploma di italiano C2, vale a dire il massimo livello di competenza espressiva. Le buone letture, condotte sotto la guida di esperti, sono la chiave di questo passaggio così faticoso.

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