Libri siciliani alla riscossa

15.06.2019 23:35

Il Palindromo è una casa editrice siciliana attiva dal 2013. Nasce dall’esperienza della rivista trimestrale online di approfondimento culturale «il Palindromo. Storie al rovescio e di frontiera» lanciata nel 2011. La scelta del nome Il Palindromo risponde alla volontà di rispecchiare l'idea che ha ispirato l'avvio delle attività editoriali. Un palindromo è infatti una sequenza di caratteri che letta al rovescio rimane identica. Il simbolo, realizzato dal designer Alessio Urso, esprime la visione al rovescio di cui gli editori intendono farsi interpreti.

Le scelte della casa editrice vertono sulla letteratura siciliana, ma non solo. Trovano spazio nel catalogo anche opere narrative di autori non siciliani, saggi di critica letteraria nonché di storia e la cultura siciliana. Temi privilegiati sono la “letteratura militante dell’antimafia”, la letteratura di viaggio, la critica letteraria connessa alla topografia delle città e gli studi attenti alla narrativa fantastica. Un interesse particolare per le arti figurative ha portato alla realizzazione di diverse pubblicazione illustrate. Il coordinamento degli aspetti vincolati alla veste grafica è affidato al pittore Simone Geraci, autore anche delle copertine della collana “Le città di carta”.

Durante la presenza a Milano, per la Fiera di Piccoli e Medi editori dal 15 al 17 marzo 2019, il direttore editoriale Nicola Leo ha risposto ad alcune domande.

 

Da quanto tempo la casa editrice partecipa a BookPride, Fiera dei Piccoli e Medi editori?

 

Per la terza volta siamo presenti a Milano, città che occupa una posizione privilegiata nel contesto dell'editoria italiana. Il nostro rapporto con gli organizzatori della Fiera è ottimo e torniamo con molto piacere qui, dove siamo presenti quasi dall'avvio di Il Palindromo. La nostra casa editrice è sorta cinque anni fa, con il proposito di ripubblicare Almanacco siciliano dei morti presunti, di Roberto Alajmo. E' il secondo titolo dello scrittore palermitano, che è anche giornalista e drammaturgo. Le sue opere sono state pubblicate anche da Mondadori, Sellerio e Laterza. Ma il testo dedicato alle vittime della mafia non si trovava più in libreria e ci è parso doveroso riproporlo. Alajmo, anche se noi eravamo ancora agli inizi, ha accolto l'idea con entusiasmo e ha sposato il progetto editoriale idealmente. Almanacco siciliano dei morti presunti continua ad essere presente nel nostro catalogo.

 

Come è nata l'idea di fondare la casa editrice il Palindromo?

 

Io e il mio socio, Francesco Armato, ci siamo formati per l'editoria ed abbiamo alimentato il sogno di avviare una casa editrice nostra. Dopo la laurea in Sapienza, tradizionale università romana, abbiamo lavorato a Roma, nel settore editoriale con diverse mansioni. Poi abbiamo lanciato una rivista letteraria che per noi è stata un'esperienza ancor più formativa, una sorta di palestra. Passare dalla rivista alla casa editrice è stato un passo abbastanza spontaneo. Sentivamo l'urgenza di avere un progetto nostro che partisse dalla nostra città, da Palermo.

 

 

Con un occhio alle statistiche del settore, occorre dire che la Sicilia non si contraddistingue per il numero elevato di lettori, eppure questo dato non vi ha scoraggiati. Cosa ci puoi dire in proposito?

 

La situazione della lettura in Sicilia è complessa. I dati sono abbastanza impietosi, descrivono la Sicilia come il fanalino di coda dell'Italia. In effetti le librerie sono poche. Secondo noi, comunque, questi dati sono un po' anomali, nell'entroterra molti lettori comprano via Amazon e IBS ma ai fini delle statistiche, questi acquisti insistono su Milano, perché la sede di quelle aziende è in Lombardia. Quindi i dati sono in parte falsati. Tanto non toglie che il problema della lettura in Sicilia esista. Paradossalmente, il mondo letterario siciliano è molto ricco, anche oltre Camilleri. Esiste una tradizione di grande qualità letteraria che parte nell'ottocento. I grandi lettori a Palermo sono pochi, ma resistono. Le iniziative come “Taobuk”, fiera editoriale di Taormina, e “Una marina di libri”, che si tiene a Palermo, sono sorte da poco. Sono due appuntamenti a cui accorrono i lettori forti dell'isola ma attirano anche visitatori da altre zone che arrivano in Sicilia per una breve vacanza con la scusa della fiera editoriale. Queste occasioni generano vantaggi nella diffusione dei titoli e permettono di avvicinare la produzione locale ad un numero maggiore di lettori che risiedono in altre regioni.

 

Fuori dall'isola esistono comunità di siciliani, ad esempio in Argentina. Se fosse possibile realizzare un'attività per avvicinare questi lettori, cosa si potrebbe fare?

 

Creare un ponte è sicuramente affascinante e si dovrebbe lavorare anche in questo settore. Immagino che il legame dei siciliani con la loro terra d'origine sia forte e che l'interesse per conoscere quanto avviene in Sicilia resti vivo. Forse si potrebbe pensare di trovare un socio per realizzare alcune coedizioni, noi saremmo interessati. L'ideale sarebbe prendere contatto con un editore in Argentina per poter avviare questo progetto.

 

Cosa avete in cantiere per il 2019?

Per noi, il 2018, anno che si è appena concluso, è stato il più importante del nostro percorso appena iniziato e constatiamo che continuiamo in crescita. Il libro Milano di carta, guida letteraria di Milano, è una pubblicazione di grande successo. Dopo il lancio proprio al Bookpride lo scorso anno, l'opera continua a conquistare i lettori. Forma parte di una collana nata con due titoli, entrambi dedicati ad una città siciliana: una guida di Palermo e un'altra di Catania. Intendiamo arricchire il catalogo con altre località italiane presentate attraverso le pagine letterarie. Abbiamo in cantiere una guida di Genova e di Torino.

 

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