Maurizio de Giovanni - BAN 2013
Poliziesco in chiave partenopea
Maurizio de Giovanni, appena sceso dall'aereo che per prima volta lo ha portato a Buenos Aires, ha conquistato il pubblico argentino con un'inedita immersione nella sua Napoli durante la sua presenza al Festival di letteratura noir di Buenos Aires, dal 2 al 10 agosto.
BAN!, ovvero Buenos Aires Negra, un nuovo appuntamento nella ricca proposta culturale della città, conferma la vocazione internazionale, riflesso di quella rete di conoscenze che il suo ideatore, l'italoargentino Ernesto Mallo, sa mettere in campo per attirare verso questo estremo lembo americano scrittori affermati nel panorama letterario. In sala durante le nove giornate di festival, erano presenti numerosi scrittori, ad iniziare da Claudia Piñerio, Carlos Salem, tanto per citare due nomi argentini, fino agli stranieri, accorsi numerosi dalla Spagna, oltre ad alcuni autori proventienti dagli Stati Uniti, dalla Francia, dall'Uruguay e Messico. Forse, sarebbe bastata una più capillare opera di diffusione perchè la numerosa collettività italiana ne fosse informata e potesse approfittare della rara occasione di incontro con una voce apprezzata della narrativa contemporanea.
Certo, come non sentirsi conquistati dalla simpatia di chi riconosce di non essere del tutto italiano, dato che è anzitutto napoletano e poi con scioltezza proclama che è proprio Napoli la principale città latinoamericana fuori dall'America Latina? e che la sua prima meta di pellegrinaggio sarà la Bombonera, il cui suolo bacerà con devozione? Ma non sono questi particolari che hanno convinto Mallo a proporre il padre del commissario Ricciardi come ospite nel festival. Maurizio de Giovanni ha una storia anomala, forse però non del tutto insolita. Dopo i suoi studi letterari, decide di giocarsi le sue chances lavorative in ambito bancario mentre continua a leggere con intensità. Parafrasando le sue parole, se oggi è riuscito a imporsi nel panorama narrativo italiano, proposito certo non semplice, gran parte del merito risiede nell'aver vissuto intensamente e nell'aver letto molto e con altrettanta passione. De Giovanni non disdegna i latinoamericani e si confessa estimatore di Garcia Marquez.
Oggi, si sa, giallo e noir italiani hanno imbroccato con fermezza la strada della caratterizzazione locale delle loro narrazioni, nella certezza che raccontare il proprio territorio è presupposto fondamentale per arrivare alla spietata descrizione del presente, anche in quei reconditi lati oscuri con cui dobbiamo fare i conti ogni volta di più nella società attuale. Ma la Napoli degli anni trenta che De Giovanni ricrea nei suoi polizieschi ha un sapore meno ostile, perchè si scorge un briciolo di umanità in ogni angolo. Due brevi aneddoti rievocati domenica 4 agosto al Centro Cultural San Martin, sono abbastanza indicativi. Mentre Guillermo Piro lo intervistava, De Giovanni ha ricordato le circostanze in cui si svolse l'irruzione fascista in casa Croce. Il filosofo era personalità affermata e antifascista, tanto che il regime non osava osteggiarlo apertamente, eppure non rinunciò a intimidirlo. Il gruppetto di giovanotti incaricati di compiere l'irruzione si presentò in mattinata da lui, per annunciargli il programma, si fa per dire, della serata. Croce quindi si fece trovare pronto, in camicia da notte e papalina, aprì la porta e lasciò imperterrito che il suo studio, questo sì con delicatezza, venisse messo sotto sopra.
L'altro aneddoto riguarda il culto familiare delle vittime di guerra. Il secondo conflitto mondiale ha lasciato una ferita profonda nella città partenopea, i bombardamenti hanno inflitto enormi perdite tra i civili con tale celerità che molti corpi sono stati disposti in fosse comuni. A conclusione della guerra, alcune famiglie sono andate alla ricerca dei loro defunti. Impossibile però rintracciare il proprio caro, bastava quindi sceglierne uno somigliante, custodirlo in un'urna e implorare la sua intercessione ogni volta che la famiglia attraversava momenti difficili. Il metodo talvolta non sortiva il risultato desiderato. La malizia napoletana era pronta a porre rimedio anche a questo, perchè a quel punto era evidente che le ossa selezionate appartenevano a qualche esponente di una famiglia nemica che continuava a danneggiare i rivali. Bastava sostituire il contenuto dell'urna ed ecco che il lumino veniva nuovamente acceso e le preghiere accorate tornavano a risuonare. Di questo spirito si alimenta la narrativa di Maurizio De Giovanni, che con sguardo sornione e acuto propone storie avvincenti e gradite dal pubblico.
Che BAN! di Ernesto Mallo sia un'occasione di confronto per gli scrittori è risultato evidente nella seconda presentazione di Maurizio de Giovanni, giovedì 8 agosto. Lo scrittore ha aperto la porta della sua intimità creativa e ha riferito una serie di episodi che illustrano il suo modo di intendere la scrittura e il suo rapporto con il pubblico. Affronta ogni nuova fatica letteraira seguendo alcune fasi precise. Parte dalle ricerche d'archivio, dalla consultazione di documenti per definire ambientazione e personaggi, in seguito scrive nell'assoluta solitudine del suo studio, da cui ogni civile essere vivente viene escluso. Ne riemergerà al termine di un mesetto, pronto a rituffarsi negli impegni quotidiani e nel suo ambiente sociale, da cui sono esclusi spiriti e mondi fantastici. Perchè proprio questa è la cifra della scrittura di De Giovanni, la volontà di interpretare il reale in chiave fantastica riconoscendo diritto di cittadinanza a quelle dimensioni oniriche, visionarie, così tipicamente partenopee.
La presenza di Maurizio de Giovanni è frutto di un felice incontro tra l'iniziativa locale e Istituto Italiano di Cultura, che ha dato il suo sostegno a questo festival. All'organizzatore Ernesto Mallo e al suo staff, spetta il merito di allestire uno stimolante ambito di dialogo culturale, il Festival intenacional de Novela Policial. All'Istituto va il ringraziamento di quanti hanno fruito della simpatia e inventiva di uno degli scrittori di letteratura gialla che oggi in Italia riscuote ampi consensi. Che sia l'inizio di un diaogo intenso, capace di sostenere la diffusione in Argentina delle nuove voci della narrativa italiana gialla o noir? La riposta arriverà con la prossima edizione del BAN! Appuntamento quindi al 2014, con tutto l'incredibile mondo di scrittori, giornalisti, criminologi, psicologi e testimoni in grado di puntare i riflettori sulla problematica realtà presente.
Renata Adriana Bruschi
Tribuna Italiana 01/08/2013
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