“Una storia con molti colori” Al otro lado del océano di Ana Maria Moglia
“Una storia con molti colori” , così ama definire il suo romanzo d'esordio Al otro lado del océano l'autrice stessa. Ana Maria Moglia, una nuova voce della narrativa argentina, ha recentemente dato alle stampe la sua prima opera, ambientata tra l'Italia e l'Argentina. In un continuo gioco di rimandi, tra una sponda e l'altra dell'oceano, la storia procede con ritmo incalzante, trasportando il lettore tra Roma, Napoli, Genova e Cordoba. Sono i luoghi che ripercorre la protagonista di questa vicenda quando giunge in Italia, giovane donna determinata a immergersi con entusiasmo nella società locale che sente in parte sua non appena mette piede sul suolo italiano. Talvolta anche lo smarrimento si insinua tra le pieghe della vicenda. Moglia ha saputo infatti dar voce a quel percorso di recupero di elementi identitari che qualche volta compiono i discendenti di italiani quando scelgono di rimpatriare. Lungo il filo della narrazione, alcuni scorci dell'Italia contemporanea vengono osservati con la freschezza di una mente curiosa e indagatrice, quella della protagonista, che inquieta si muove per le strade di Roma, visita il Salone Nautico di Genova, naviga per le acque del golfo di Sorrento. Moglia in questi episodi ci regala delle veloci pennellate sulla contemporaneità del tutto apprezzabili per i loro toni vivaci. Talvolta però ha il sopravvento un'ottica diversa, l'ambiente viene osservato con gli occhi del ricordo, non il suo, certamente, ma quello della nonna italiana. Quei ricordi interiorizzati durante l'infanzia affiorano a intermittenza in alcuni punti della vicenda e collocano il viaggio di riscoperta della propria cultura d'origine in una dimensione più profonda. In questi momenti, la narratrice diventa interprete di una esperienza comune a tanti emigrati, ben ricreando la visione nostalgica sui luoghi rimasti impressi nel cuore degli emigrati. La duplicità dei punti di vista, amalgamati tra di loro, arricchisce la tavolozza dei sentimenti che scorrono nella pagine di questa storia.
Nel ricomporre il mosaico dei legami familiari tra i due paesi, tra queste tessere contornate dai toni quasi fiabeschi dei racconti narrati dalle nonne, trovano spazio anche altri tasselli, nascosti fino a poco prima da un velo di silenzio e presunta dimenticanza. Sono i classici silenzi degli emigrati, che mettono a tacere i ricordi troppo intensi, nel tentativo di rendere più semplice l'inserimento nel contesto di accoglienza. Tutto il romanzo prende proprio le mosse da un silenzio che di colpo esplode, un non detto che diventa evidente all'improvviso. Eppure curiosamente questa nuova verità non viene intesa con altrettanta chiarezza dai personaggi del romanzo, mettendo a repentaglio la comunicazione tra di loro e la conoscenza autentica e profonda dei rispettivi passati famigliari. Gioie e amarezze si susseguono mano a mano che la storia si sviluppa, mentre la narratrice scandaglia i risvolti dell'animo umano, nelle sue contraddizioni e nei suoi desideri lasciati in sospeso, nei suoi dilemmi brucianti. La narratrice è riuscita a dosare svelamenti e misteri, mantenendo sempre desta la curiosità del lettore. Clara e Luciano potranno ascoltare una voce oramai diventata interiore solo dopo aver attraversato una serie di peripezie. Sarà una conquista che premia la tenacia e la speranza.
Appuntamento quindi al 3 maggio, quando la scrittrice si presenterà nella 39esima Fiera del libro di Buenos Aires.
Ana Maria Moglia, Al otro lado del océano, El emporio libros Cordoba 2012.
Renata Adriana Bruschi - aprile 2012
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