Valerio Massimo Manfredi

10.12.2013 00:00

Due nuovi romanzi Valerio Massimo Mafredi

Tra gli scaffali delle librerie, presente ancora una volta il nome di Manfredi, archeologo e narratore dell'antichità, autore di oltre 30 titoli, tra saggi e romanzi.

 

Non esiste generazione letteraria che non si sia misurata con il mito di Ulisse, personagggio che ritorna da protagonista nell'ultimo romanzo di Valerio Massimo Manfredi, Odisseo, el juramento. La traduzione, edita da Grijalbo, è nelle librerie argentine da poche settimane, insieme ad un altro titolo dello stesso autore, Los idus de marzo, un altro affascinante romanzo, rieditato a sei anni dalla sua prima versione in castigliano.

 

Manfredi, stimato ricercatore e professore universitario, ma anche instancabile viaggiatore e archeologo dagli anni ottanta ad oggi, ripropone in chiave narrativa uno dei più affascinanti miti, con la sapienza di chi possiede uno stermiato bagaglio di erudizione.

 

L'epica greocolatina ma anche le tragedie, testi canonici in ogni formazione classica, sono i riferimenti presenti costantemente nella sua narrazione, che in alcuni punti prende in prestito qualche tecnica abituale tra gli aedi, quale l'alternanza delle voci narranti. L'umanità intima del personaggio di Ulisse emerge dalle pagine del romanzo di Manfredi, il quale ha voluto andare oltre la serie di episodi della guerra di Troia e si serve di tutte le piste nascoste tra le pieghe dei miti per ricostruire l'intera vita del suo personaggio. La narrazione infatti prende le mosse dall'infanzia del re di Itaca, procede secondo la regolare scansione temporale e giunge, in questo primo volume, sino alla guerra in Anatolia. Bisognerà aspettare ancora alcuni mesi per poter leggere il secondo romanzo di questo dittico, Il mio nome è nessuno. Il ritorno, opera che proprio in queste settimane è stata presentata in Italia.

 

Dopo aver visitato il sito che si ritiene fosse un palazzo miceneo a Itaca, Manfredi ha pensato di narrare la vita del suo re tenendo come fonte principale i testi omerici, letti con l'occhio critico e indagatore di chi ha condotto scavi archeologici, analizzato testi accademici e firmato lui stesso pregevoli contributi in qualità di ricercatore. Specializzatosi in topografia del mondo antico, Manfredi si è avvicinato alla narrazione con la determinazione di chi cerca altre vie espressive per riferire quanto di vitale e significativo cova tra i reperti archeologici. Su questa base si misura il grado di affidabilità delle sue ricostruzioni. L’uomo” a suo dire “per essere completo, ha bisogno di due cose, memoria e identità. La memoria viene dalla storia e l’identità dai poeti. E i poeti ci danno più vite di quante il nostro destino personale ci avrebbe concesso.”

 

Manfredi è certo che la guerra combattuta tra greci e troiani è stata nella realtà delle cose il primo conflitto mondiale che la nostra storia ricordi. Questo la rende di estrema attualità. I miti presenti nei poemi epici dimostrano ancora la loro incredibile modernità. Sarà forse questa la chiave del successo mondiale delle sue opere narrative? 

 

Renata Adriana Bruschi

 

Tribuna Italiana 19/12/2013

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